Italia Digitale: strategie e strumenti per incentivare la competitività del tessuto produttivo nazionale

In occasione dell’evento promosso da Fondazione Italia Digitale, in rappresentanza del MIMIT, Arianna Rufini è intervenuta sul ruolo dell’innovazione, illustrando politiche e risultati che rendono il Paese più attrattivo e connesso, con attenzione a competenze, infrastrutture e sostenibilità

di Redazione

 

Si è svolto a Roma, presso il Palazzo Baldassini, l’evento Imprese e professioni nella sfida digitale dell’Italia, promosso dalla Fondazione Italia Digitale e dedicato al confronto tra istituzioni, imprese e professionisti sulle strategie per accompagnare la trasformazione digitale del tessuto economico nazionale.

 

L’incontro ha visto la partecipazione di rappresentanti delle principali associazioni di categoria, del mondo produttivo e delle amministrazioni pubbliche, tra cui Edi Confcommercio, AssoSoftware, Confartigianato, Confprofessioni, Mediocredito Centrale, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, oltre a membri delle Commissioni parlamentari Trasporti e Attività produttive. Dal confronto è emersa la necessità di strumenti semplici e capillari per sostenere l’evoluzione digitale delle micro e piccole imprese e dei professionisti, che rappresentano oltre il 95% del tessuto produttivo nazionale. I relatori hanno sottolineato il ruolo strategico del software come fattore abilitante della produttività e dell’innovazione, evidenziando l’importanza di incentivi mirati, percorsi di formazione e politiche industriali in grado di favorire l’integrazione delle tecnologie nei processi produttivi, prerequisito per l’automazione e l’intelligenza artificiale.

 

Alla tavola rotonda La sfida digitale: come sostenere il tessuto economico del Paese, in rappresentanza dell’Ufficio di Gabinetto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha preso parte come relatrice Arianna Rufini, ricercatrice della Fondazione Ugo Bordoni, esperta nel settore delle telecomunicazioni e attualmente in servizio presso il MIMIT. Lo speech ha posto in evidenza il valore strategico della transizione digitale come leva per la competitività e l’innovazione del sistema produttivo italiano.

 

Relatori dell’evento “Imprese e professioni nella sfida digitale dell’Italia” (credits: Confcommercio)

 

“L’innovazione è un fenomeno tangibile ed essenziale per affrontare il cambiamento che coinvolge la Pubblica Amministrazione, le imprese e le persone – ha riportato Rufini –. Per sostenere il tessuto economico nell’era digitale è necessario potenziare le competenze digitali, favorire l’adozione diffusa delle tecnologie e promuovere un ecosistema sostenibile e inclusivo capace di stimolare l’innovazione e l’accesso ai mercati globali”.

 

Nel suo intervento, Rufini ha illustrato i progressi compiuti dal Paese in termini di digitalizzazione, evidenziando i dati positivi emersi dal Digital Compass 2030: i servizi pubblici digitali per le imprese hanno raggiunto quota 81%, la copertura in fibra ottica supera il 70%, mentre quella del 5G è oltre il 99%. Risultati che riflettono l’impatto dei principali programmi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), tra cui Italia 1 Giga, Italia 5G e Isole Minori, nonché delle misure a sostegno degli European Digital Innovation Hubs, finanziati per 350 milioni di euro.

 

Particolare rilievo è stato riservato al tema dei data center, che Rufini ha definito “motori di innovazione tecnologica e componenti abilitanti della competitività delle imprese”. Grazie alle recenti misure di semplificazione normativa, tra cui l’articolo 13 del D.L. Asset, l’Italia si conferma attualmente tra i Paesi europei più attrattivi per i nuovi investimenti in infrastrutture digitali, con manifestazioni d’interesse per oltre 30 miliardi di euro e una potenziale ricaduta occupazionale di circa 15.000 addetti.

 

Nel contesto di questa trasformazione, l’Italia consolida inoltre la propria posizione nel campo del supercalcolo e dell’intelligenza artificiale, con infrastrutture di eccellenza come Leonardo (Bologna), Da Vinci (Genova) e HPC6 (Pavia), oltre che con l’avvio di progetti strategici europei, tra cui la prima GigaFactory europea e una AI Factory finanziata dalla Commissione Europea.

 

Rufini ha infine richiamato il valore della recente approvazione del D.D.L. 1146 sull’intelligenza artificiale, che rende l’Italia il primo Paese in Europa a dotarsi di una normativa nazionale specifica in materia, istituendo un fondo da 1 miliardo di euro per sostenere lo sviluppo dell’AI e favorire il trasferimento tecnologico tra università e imprese.

 

“La Pubblica Amministrazione – ha concluso – può essere il perno del cambiamento, garantendo alle imprese pari accesso alle soluzioni digitali più avanzate su tutto il territorio e rendendo il Made in Italy sempre più competitivo”.

 

L’intervento di Arianna Rufini ha contribuito ad arricchire un dibattito ampio e partecipato, che ha messo in luce la necessità di politiche coordinate, semplificazione degli strumenti e percorsi di formazione diffusa per sostenere la digitalizzazione delle micro e piccole imprese e dei professionisti, principali protagonisti del sistema produttivo nazionale. L’incontro, tenutosi il 9 ottobre scorso, ha confermato il valore del dialogo tra istituzioni, ricerca e imprese come condizione essenziale per una transizione digitale inclusiva e sostenibile, capace di coniugare innovazione tecnologica, competitività e crescita economica del Paese.

 

La Fondazione Ugo Bordoni, da sempre impegnata nel supporto tecnico-scientifico alle istituzioni per lo sviluppo delle politiche di innovazione e connettività, contribuisce a questo processo promuovendo la ricerca applicata, l’analisi dei dati e la sperimentazione di soluzioni tecnologiche avanzate al servizio della Pubblica Amministrazione, delle imprese e dei cittadini.