La gestione del rischio da campi elettromagnetici in Italia, tra passato e futuro

Paolo Crivellari

Université Toulouse 3 - Paul Sabatier

Le scelte italiane in materia di gestione del rischio da campi elettromagnetici rappresentano, come noto, una singolarità nel panorama internazionale. L’Italia è stato uno dei primi Paesi al mondo a dotarsi di una normativa in materia di radioprotezione, privilegiando politiche cautelative che hanno portato alla adozione di limiti estremamente restrittivi, a scapito di un approccio fondato su solide basi scientifiche.

A ciò si aggiunge che numerose indagini, tra cui quelle dell’Eurobarometro sui CEM del 2006 e del 2010 sono forse le più note, mostrano comunque un elevato livello di preoccupazione e di percezione del rischio da parte del pubblico, che non appare quindi per nulla rassicurato dalle imposizioni italiane tanto restrittive.
L’attuale impostazione italiana non soltanto non è coerente con quanto suggerito dall’ICNIRP e fatto proprio dall’Unione Europea, ma, ignorando i limiti di base e facendo riferimento solo a grandezze ambientali, ha di fatto distaccato ogni possibile revisione normativa dall’evoluzione delle conoscenze scientifiche. Le scelte formulate dal regolatore dal 1998 sono state sino ad oggi confermate e consolidate in ogni successiva revisione della normativa, compresa quella più recente del 2012, che ancora oggi non trova piena applicazione in attesa della emanazione delle relative linee guida applicative. Solo la pubblicazione della “Strategia Italiana per la banda ultralarga”, oggi in consultazione pubblica, propone di “uniformare i limiti nazionali a quelli europei in materia di elettro-magnetismo”.
Riagganciare le norme italiane all’Europa avrebbe soprattutto il merito di rifondare il quadro regolamentare italiano su solide basi scientifiche e di aprire la strada a possibili aggiornamenti, in un senso o nell’altro, legati al progredire delle conoscenze.
Di fronte ad un’acuita percezione da parte del pubblico, occorre però comprendere l’importanza e il ruolo della costruzione di un corretto rapporto con il cittadino e, quindi, la necessità di politiche di corretta gestione e comunicazione del rischio. Per evitare l’inasprimento dell’atteggiamento di preoccupazione o addirittura di conflitto, ogni possibile revisione normativa deve essere supportata dalla costruzione di un rapporto di fiducia con il pubblico, beneficiando, da un lato, delle esperienze già maturate e identificando, dall’altro, ulteriori strategie di successo.
Dopo aver ripercorso la storia della radioprotezione in Italia con Martino Grandolfo e Giovanni D’Amore, autori di un recente libro in materia, il Seminario sarà aperto dall’intervento del Prof. Paolo Crivellari, Maître de Conférences in Sociologia all’Università Tolosa 3-Paul Sabatier e membro del laboratorio CERTOP (CNRS), tra i massimi esperti in materia di studio delle mobilitazioni di cittadini e di regolazione del rischio dovuto a inquinamento elettromagnetico, che approfondirà il caso italiano.
Seguirà la tavola rotonda che riunirà esponenti del mondo istituzionale, accademico e dell’industria, principali attori del settore, allo scopo di analizzare il ruolo della comunicazione al pubblico per favorire lo sviluppo di una corretta politica di gestione dell’esposizione ai campi elettromagnetici.
Il Seminario è promosso congiuntamente dalla Fondazione Ugo Bordoni e dal consorzio Elettra 2000. La partecipazione al Seminario è gratuita previa iscrizione all’indirizzo seminaribordoni@fub.it.

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